I mille volti dello spreco (e le nostre risposte)
Viviamo, e lo sappiamo da tempo, nell’era della complessità. E complessità vuol dire la necessità di problematizzare i concetti per poterne avere una più acuta consapevolezza. Prendiamo lo spreco alimentare. Tutti immaginiamo di sapere di cosa si tratta, ma la realtà si dimostra, come sempre, più fantasiosa e imprevedibile delle nostre categorie mentali.
Lo abbiamo scoperto nel percorso Road to Sustainability dove tra incontri formativi, Open Space Technology e convegno di restituzione abbiamo ricostruito un ‘idea di spreco che da mera esternalità negativa si è mano mano costruito come “rimosso” o, addirittura, “elemento costitutivo” del sistema. Il tutto attraverso un elenco di buone pratiche che ci hanno testimoniato i diversi modi in cui Stato, Mercato, e Terzo Settore aggrediscono lo spreco alimentare, con quali strategie e, soprattutto, con quali presupposti culturali. Lo abbiamo ascoltato, sabato 22 aprile a Porto Idee, dalla viva voce dei protagonisti: Nova Coop in primis, il Comune di Alessandria, la Regione Piemonte, attraverso il progetto Una Buona Occasione, Caritas, Slow Food e Lastminutesottocasa.
Ma coerentemente con la mission di Coop Academy non ci siamo limitati ad ascoltare, ma abbiamo fatto sentire la nostra voce con due proposte progettuali che mettono in campo la creatività e la freschezza giovanile, insieme a un pizzico di follia: la prima riguarda la spesa sospesa, una applicazione della consolidata pratica partenopea del caffè sospeso al ” momento” spesa; la seconda tratta l’attivazione di uno spazio fisico di condivisione e diffusione di buone pratiche anti spreco all’interno di centri commerciali Coop (con tanto di creazione di card a impatto con cui si incentiverebbero i comportamenti virtuosi dei soci e clienti Coop).
Due proposte, due bozze progettuali che Nova Coop deciderà nelle prossime settimane come sostenere e che riflettono il costante impegno di quest’ultima nel promuovere lo sviluppo del territorio e la costante attenzione ai bisogni della comunità che lo abita.